
Care amiche lettrici, eccomi di nuovo qui a parlarvi di parole! Oggi esploriamo il ghosting in amore. Scopriamo cosa significa, in cosa consiste, come affrontarlo e quale dei miei personaggi l’ha fatto.
Il ghosting lo troviamo nelle trame dei romanzi, e, diciamocelo, anche uno dei miei personaggi, il nostro caro/odiato Federico in A kiss for love, ci è caduto in pieno, lasciando Matty a raccogliere i cocci, per poi tornare, e di nuovo andare in un logorante tira e molla.
Questo comportamento, però, non è confinato all’interno dei romanzi, ma avviene sempre più spesso anche nella vita reale. Quante di voi hanno sperimentato quella sensazione fastidiosa di essere ignorate nel bel mezzo di una conversazione, o (peggio!) dopo un appuntamento? Parlo di quella sparizione improvvisa, senza una spiegazione, che oggi chiamiamo appunto ghosting.
Ma da dove viene questo termine e perché è così rilevante nelle nostre storie d’amore?
Cos’è il ghosting e da dove arriva
Il termine “ghosting” deriva, ovviamente, dalla parola inglese ghost, che significa “fantasma”. Indica l’atto di interrompere ogni comunicazione con qualcuno che si sta frequentando, evitando di rispondere a messaggi o chiamate e sparendo letteralmente nel nulla, proprio come un fantasma.
Questa parola sembra che sia apparsa per la prima volta nel 2015, pare sul New York Times, in relazione ai comportamenti su Tinder (il social per gli appuntamenti usatissimo praticamente da tutti). La parola però si affermata nel 2021-2022 anche se non è ancora presente sui dizionari. Questo grazie al proliferare della app di incontri. ecco una citazione:
“Scomparire è molto più facile che dire, “Non mi piaci abbastanza” nessuno verrà a bussarti a casa. E con Tinder basta strisciare a destra per rimorchiare qualcun altro. Il ghost si sente impunito, e molto figo. Il New York Times ne ha scritto, con migliaia di commenti da vittime e “fantasmi”. Che si giustificano citando insicurezza, immaturità perfino, dell’autocompiacenza di perdonarci tutto. Perché il ghosting è sempre più accettato. Oltre l’11% degli americani ha già “ghostato”. E le donne dichiarano di farlo (e subirlo) più dei maschi.” (Costanza Rizzacasa d’Orsogna, Ghosting, dirsi addio? No, basta scomparire, “Corriere della Sera”, sez. Tempi liberi, 11/7/2015, p. 39)
Chi lo usa e perché
Sebbene la sparizione improvvisa esista da sempre (pensiamo alle lettere non spedite di Jane Austen!), il termine oggi è piuttosto popolare e viene utilizzato soprattutto dai millennial e Gen Z per evitare il confronto diretto I ghosters sfruttano la facilità di interruzione delle comunicazioni digitali (un semplice blocco o non-risposta). Il ghosting è spesso visto come un modo per evitare l’imbarazzo, il senso di colpa o il dramma di una rottura, privilegiando la convenienza personale sull’empatia per l’altro.
Il Ghosting nei Romanzi
Nei romanzi rosa o New Adult contemporanei, troviamo la dinamica del ghosting in due forme distinte:
- l’uso del termine: nei romanzi ambientati negli ultimi anni, la protagonista potrebbe pensare o dire: “Mi ha ghostato”. L’uso del termine aiuta a rendere i dialoghi e i pensieri più realistici e immediatamente riconoscibili dalle lettrici contemporanee, oppure
- la situazione drammatica vera e propria: cioè quando lui, o anche lei, scompare non facendosi più trovare, dando vita a situazioni penose e dolorose.
Tuttavia, anche nei romanzi storici o in quelli di qualche anno fa, la situazione potrebbe essere presente. Pensate al trope del protagonista che sparisce per un fraintendimento, o che non si presenta a un appuntamento cruciale come ad esempio il giorno delle nozze, perché spaventato dai sentimenti. Quella è la dinamica del ghosting nella sua essenza più emotiva: l’abbandono senza spiegazioni.
Il ghosting nei miei romanzi
Nel romanzo rosa forbidden A kiss for love Federico è un abitudinario del ghosting. Lo fa per ristabilire le distanze, per far capire “chi comanda” e non si preoccupa di ferire, ma soltanto di proteggere sé stesso dai sentimenti, ma anche da situazioni che potrebbero sfuggirgli di mano.
Nel soft dark romance Regret è il padre di Kane a dare prova di ghosting e nel modo peggiore.
In Benvenuti a Oak Cottage è Ellie a ghostare Gareth, ma soltanto dopo che lui si è comportato come un vero “pezzettino di m.”
Quando una persona sparisce lascia un vuoto nel cuore. La bellezza della narrazione sta proprio nel modo in cui un evento così crudele si trasforma in un catalizzatore per la crescita e l’autoscoperta. Il ghosting non è solo un meccanismo della trama, bensì un test di resilienza che porta la persona che lo subisce a rivalutare i suoi comportamenti e le sue relazioni. Bisogna sempre capire di chi potersi fidare e voltare le spalle a chi ci fa del male.
Qual è il ghosting più clamoroso che avete letto in un romanzo? Ditemelo nei commenti!
A presto e buona lettura,




