Cos’è il body shaming? Cosa significa questo termine e perché non è assolutamente da tollerare più alcune idee su come difendersi quando capita.
Questo termine, come puoi ben notare, proviene dalla lingua inglese e come tanti altri è entrato a far parte della nostra cultura e del nostro vocabolario. È negativo per ciò che rappresenta.
Body Shaming significato
Body significa corpo, shaming invece vuol dire vergogna. In pratica corpo vergognoso. La pratica del body shaming consiste nel far vergognare qualcuno del corpo che ha attraverso prese in giro, commenti cattivi, velenosi, sarcastici.
Hai presente quando si deride qualcuno per un suo difetto fisico? Ecco. Si dice body shaming.
Non esiste solamente ora. C’è sempre stato solo che prima questo inqualificabile comportamento non aveva un nome tanto definito e le persone lo subivano senza poter fare molto.
C’è da dire che in passato nessuno insisteva come oggi sui Diritti Umani.
Ma come, il body shaming è una violazione dei Diritti Umani?
Assolutamente sì.
Purtroppo moltissime persone non conoscono i Diritti Umani e così non possono nemmeno difendere i propri diritti e la propria persona. Un guaio mica da poco.
Brevissima storia dei Diritti Umani
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è stata pubblicata il 10 dicembre 1948 (quella che viene applicata ai giorni nostri) grazie ad Eleanor Roosvelt, moglie dell’omonimo presidente americano.
Questo documento, che concede diritti a tutta l’intera umanità, nessuno escluso, è formato da trenta punti, ognuno dei quali si focalizza su un determinato argomento.
Se nei secoli scorsi i Diritti Umani erano calpestati a destra e a manca, per cui gli uomini hanno sentito la necessità di avere una Dichiarazione scritta che li tutelasse, averla oggi non significa che sia applicata ovunque.
Spesso è vero il contrario. E se pensiamo che una violazione dei Diritti Umani possa essere solo qualcosa di palese ed evidente, ci sbagliamo di grosso.
Il body Shaming
Pensate che in passato non ci fosse? Purtroppo, come dicevo, c’era. Ne sono stata vittima anche se non sapevo dare un nome a ciò che mi stava capitando. E probabilmente a quei tempi, anche se avessi saputo come si chiamava, forse non avrei potuto farci molto ugualmente. Erano tempi diversi. Si taceva, si mandavano giù rospi grandi quanto macigni e si cercava di tirare avanti al meglio delle nostre possibilità.
Purtroppo la persona che ne è vittima vive la condizione vergognandosi di se stessa e di quei difetti fisici che le vengono attribuiti, fatti notare con cattiveria e sarcasmo.
Il punto è proprio questo. La società di qualsiasi epoca, stabilisce dei canoni di bellezza (!?) o di parametri a campione a cui tutti dovrebbero assomigliare, o sottostare.
Un esempio? Pensate a Sofia Loren. Che successo ha avuto? Quanti uomini perdevano la testa per la sua bellezza mediterranea? E quante donne avrebbero voluto assomigliarle? E ancora adesso è una star internazionale.
Poi tutto è cambiato. Andava di moda la donna magra, scarna, taglia trentotto e le modelle, per poter sfilare in passerella facevano la fame.
Ora qualcuno si è reso conto dell’errore e inizia a parlare di taglie curvy, di donne curvy e taglie comode.
Non è che magro è bello, o grasso è bello. Gli estremi non sono mai salutari. Sì, esatto, SA LU TA RI. Perchè troppo magro e troppo grasso possono rappresentare un problema per la salute. In mezzo però c’è un mondo e una taglia quaranta o una quarantadue dovrebbero valere come una quarataquattro o una quarantasei.
Non ci dovrebbero essere canoni di bellezza tanto rigidi da far sentire una persona brutta, da farla additare, emarginare e sentire a disagio con il proprio corpo.
La mia esperienza
Come vi dicevo è capitato anche a me e in un’età in cui non hai ancora quella capacità di difenderti dagli attacchi. O almeno io non ce l’avevo. Ero una ragazzina, avevo una famiglia abbastanza serena alle spalle, che affronta i normali problemi della vita quotidiana.
Personalmente ero tranquilla, non amavo molto uscire, mi piaceva leggere. Passavo il mio tempo a scrivere. Nonostante fossi portata per le lettere scelsi una scuola superiore professionale per seguire le orme di mio padre. Sei anni davvero duri, da un certo punto di vista (sono stata bocciata un anno).
Ma veniamo al body shaming di cui sono stata vittima. A discolpa di chi mi sottoponeva a commenti maligni e cattivi, devo dire che probabilmente nemmeno ci pensava e spesso è la cosa peggiore, l’inconsapevolezza del male che arrechi. Lo fanno per farsi vedere, per apparire forti, fanno i bulli per sentirsi importanti. E denigrano gli altri.
A mio parere non è sintomo di grandezza, quanto di pochezza morale.
Ad ogni modo ero uno scricciolo di ragazzina alta uno e sessanta, tanto piatta da sembrare un ragazzo. A quindici anni pesavo meno di cinquanta chili e nonostante mangiassi molto, anche schifezze come patatine fritte e hamburger, e piatti di lasagne, tiramisù e pane e salame non avevo un brufolo e non ingrassavo di un etto.
Non facevo nemmeno sport, sono sempre stata pigrissima.
Frequentavo una scuola maschile, ero l’unica ragazza della classe. Bello? Per niente. Forse una ragazza più scaltra, più carina, meno timida e impacciata se la sarebbe cavata meglio.
Io non ero scaltra, ma soprattutto non ero bellina. In compenso ero timida e impacciata da morire. Indossavo sempre i jeans e spesso i maglioni di mio padre, giusto per nascondere la mia magrezza e mancanza di forme.
Mi sentivo la ragazza più brutta della scuola, e forse lo ero anche. E con questo? Pensate che chi mi derideva fosse così bello? Magari era carino, ma adesso o è grasso oppure calvo. Destino? Chissà. Comunque mi avevano etichettata come “chiodo” e non per il mitico giubbotto.
Chiodo era per dire che assomigliavo a un chiodo! Oppure tavola! perché ero piatta come una tavola da stiro. All’epoca non si usavano le minigonne o le maglie scollate, ma un dolcevita gonfio sul seno faceva la sua bella figura. Io non avrei saputo come riempirlo. Inoltre, devo ammetterlo, non mi truccavo, non avevo questa smania di apparire. Anzi, è vero il contrario. Mi piaceva passare inosservata, così sarei stata meno al centro di fastidiose, quanto dolorose, attenzioni.
Considerazioni sul body shaming
Che poi, bellezza o bruttezza a parte, io credo che queste persone finiscano per prendere di mira qualcuno perché si annoiano, non sanno cosa fare, non hanno uno scopo nella vita. E quindi se la prendono con il più debole, quello diverso, quello che è troppo intimorito per ribellarsi.
A forza di sentirti dire che sei brutto, o grasso, o troppo magro, finisci per vergonarti anche tu del tuo corpo e poi è difficilissimo scrollarsi di dosso tutta questa cattiveria e apprezzare di nuovo se stessi per come si è.
Ora questo modo di comportarsi si chiama Body Shaming. Chiamatelo pure come volete, ma è un vero affronto, è ledere i diritti umani di una persona e per di più senza che ci sia una ragione. Per superficialità, per ignoranza, per non so io che cosa.
Fosse anche solo perché non risponde ai canoni dettati dalla società, con che diritto offendono, ingiuriano, criticano?
La mia fortuna
Sono cresciuta vergognandomi un po’ del mio corpo. Diciamocelo, non sono mai stata bella. Non lo sono tuttora, ma chi se ne importa? So che possono sembrare frasi fatte, ma l’importante è amare se stessi. Trovare qualcosa in noi che ci piace. Smettiamo di sentirci in colpa per come siamo, di vergognarci per come siamo.
Pensate che gli altri siano perfetti? Nooooo. Non lo sono e a parte qualche rara eccezione, non si vedono nemmeno tali. E in più, la perfezione non esiste, non è di questo mondo.
Posso apprezzare la bellezza nelle altre persone senza sentirmi svilita o sminuita. So chi sono, chi voglio essere, ho avuto la fortuna di trovare la mia strada. Posso dirmi felice. Quante di quelle persone che mi prendevano in giro possono dire lo stesso?
Qualcuno di loro è stato davvero sfortunato. Qualche altro è ingrassato oltre cento chili, ha perso la sua bellezza, oppure è diventato precocemente calvo. Altri non sono felici, non hanno una famiglia oppure si arrabattano con lavoretti, non avendo trovato di meglio. Altri ancora si “accontentano” di quello che hanno, in una vita apatica. Qualcuno ha anche avuto successo.
Io sono stata fortunata. Ho avuto una bella famiglia, due figli meravigliosi. Ho potuto fare il lavoro che volevo, realizzare i miei sogni. In fondo questo che mi porto in giro è un corpo. Ognuno di noi ne ha uno. Ma noi siamo di più.
“Siamo i creatori della nostra esistenza che può essere una favola solamente se facciamo in modo che sia tale.”
Sono felice. Certo potrei esserlo di più, perchè non bisogna mai mettere limiti, ma posso dire di aver realizzato tantissimi dei miei sogni. E soprattutto sono cresciuta. Ho capito che non ero io, o meglio, non era il mio corpo ad essere sbagliato. Adesso credo di essere una quarantasei, dopo due figli ho una quarta di reggiseno… e vorrei tornare ai bei tempi in cui mi stava larga una seconda!
Non si è mai contenti, non è vero? A chi oggi mi dice che sono fortunata ad avere un bel “davanzale” non rispondo nemmeno. Non è mica la mia più grande aspirazione nella vita. È ben altro quello che mi interessa.
La società e il body shaming
Le persone stupide fanno il body shaming. E lo possono fare perché la società lo permette dettando canoni estetici, imponendo le mode, inculcandoci l’idea che dobbiamo essere tutti uguali, assomigliarci. O, se non altro, assomigliare alle ragazze che sfilano in passerella, o alle attrici, o a qualsiasi altro canone hanno deciso di prendere a campione.
La cosa più bella che esista al mondo è essere se stessi e per continuare a esserlo, o tornare a esserlo, bisogna fare un bel lavoro su di sé. La società ha la tendenza a isolare i diversi, a prenderse gioco, a prenderli in giro. E non parliamo solo di aspetto fisico, ma anche di altre caratteristiche: caratteriali, religiosi, di genere.
Pensiamo a Galileo Galilei o ad altri personaggi a cui hanno dato addosso per poi, ad un certo punto, etichettarli come geni. Magari dopo una vita di miserie. Galileo finì persino in prigione, tacciato di eresia.
Rispondo ad alcune domante frequenti
Cosa si intende per body shaming
Come ti dicevo, si intende far vergonare una persona per il proprio aspetto fisico o per una sua caratteristica fisica. Di solito la persona è consapevole di una sua “impeferzione”, mancanza o diversità. La cattiveria attechisce nell’animo della “vittima” proprio perché ha già qualche difficoltà.
Come avviene il body shaming
Prese in giro, comparazioni (guarda come sei magra, grassa, rispetto agli altri). Utilizzando eppiteti: chiodo, bue, balena, tavola da stiro, eccetera.
La persona poi finisce per dire tutto questo a se stessa, e cosa ancor peggiore, a crederci.
Perché si fa body shaming
La prima risposta che mi verrebbe da dare è per stupidità. Solo una persona poco intelligente e ignorante fa body shamming agli altri, deride, prende in giro, offende, senza alcun motivo se non il piacere di farlo.
Se si osserva la vita di una persona che è avvezza a questo genere di comportamenti si potrà anche vedere come non sia per niente da invidiare. Di sicuro avrà problemi ben più grandi dei nostri.
Chiunque può esserne vittima: giovani, vecchi, uomini, donne, bambini, adolenti, con le conseguenze peggiori.
Chi lo fa a se stesso ha invece delle difficoltà e bisognerebbe aiutarlo a volersi più bene.
Cosa possiamo fare nel nostro piccolo
Per cambiare il mondo sarebbe sufficiente che ognuno mettesse un po’ più di sanità, di educazione e di rispetto nel proprio piccolo giardino.
Non è solo una bella filosofia, non sono solo belle parole. Le si possono mettere in pratica. Ad esempio quando sentiamo una nostra amica, un amico, o qualcuno che conosciamo deridere e/o screditare un altro sarebbe sufficiente fargli capire che non siamo d’accordo.
Anzi, che siamo profondamente contrari a quel genere di atteggiamenti. Se chi fa body shaming si rende conto di non avere attorno terreno fertile prima o poi smette, dato che non attacca e non ottiene consensi, anzi viene criticato.
Possiamo appoggiare tutte quelle azioni di body positive (ti spiegherò meglio cos’è in un altro post).
Possiamo fare qualcosa a riguardo per i nostri e per i diritti delle persone che ci circondano. Come diceva non ricordo più chi, oggi la campana suona per un altro e non sai chi sia, domani potrebbe suonare per te.
Cosa puoi fare tu se ti dovesse capitare
Puoi affrontare la persona con la dovuta calma e il dovuto rispetto (per non passare dalla parte del torto) oppure applicare un principio molto valido e cioè… continuare per la tua strada, non farti distrarre da queste cose e dimostra quello che vali senza badare a chi ti critica e ti fa del male.
Prosegui per la tua strada, insegui i tuoi sogni e non lasciarti ferire. Lo scopo di queste persone è proprio quello di fare del male. Chissà, forse è il loro bisogno di emergere a discapito degli altri, o forse la paura di non sapere fare di meglio, o ancora di non essere loro all’altezza per cui denigrano e screditano chi ci mette la faccia e ha successo.
Ho ammirato moltissimo Folletina Creation che nonostante tutto, le critiche e le cattiverie, ha continuato a fare ciò che le piaceva raggiungendo quasi trecentomila followers su Youtube.
In conclusione
Vogliamoci bene, vogliamo bene agli altri. Cerchiamo di non ragionare per stereotipi o per canoni imposti dalla società. Ragioniamo con la nostra testa. Valutiamo le cose e non facciamo agli altri ciò che non vorremmo ricevere.
Vi lascio con un video e un sito (Unitiperidirittiumani) dove potete trovare maggiori informazioni sui Diritti Umani e anche scaricare l’opuscolo che li elenca, con la storia completa di come sono nati.
body shaming significato
… [Trackback]
[…] Read More: blog.marinagalatioto.com/body-shaming-significato-e-perche-non-e-da-tollerare/ […]