Ho visto Black Adam, l’ultimo film con Dwayne Johnson (The Rock) nei panni dell’eroe o anti eroe. In questo articolo ti spiego perché e cosa imparare per la costruzione di personaggi realistici o, come si dice in gergo, a tutto tondo.
La recensione del film puoi trovarla sul mio blog donneoltrelegonne. In questo post voglio concentrarmi su alcune particolarità del film, precisamente sulla costruzione dei personaggi. Ritengo si possa imparare molto osservando e valutando sia pellicole che romanzi.
Sono certa che hai sentito parlare dei “personaggi a tutto tondo” e sicuramente sai cosa significa. Lascia che lo ricordi a chi magari non ha ben presente di cosa si intenda.
Back Adam personaggi
Un personaggio a tutto tondo ha una personalità complessa. Non è semplicemente un cattivo, o un buono. Non ha tratti tanto definiti e delineati, per questo si chiama a tutto tondo, perché ha tutte le caratteristiche di una persona vera, con tutte le sfaccettature che trovi in ogni essere umano.
Un cattivo, se ci pensi, non è mai totalmente cattivo. Magari odia il mondo, ce l’ha con tutti, eppure ha un punto debole. Potrebbe essere il figlio, la madre, un gattino, tanto per fare un esempio. e nel suo essere cattivo, ha qualcosa di buono. Si intravede in lui un lumicino di speranza, un piccolo sogno, una debolezza nella sua dura corazza di cattiveria.
Spesso è proprio questo frammento minuscolo di bontà rimasta a creare l’opportunità per sconfiggerlo o farlo ritornare buono proprio un secondo prima che muoia.
Allo stesso tempo il buono non lo è mai al 100%. Potrebbe avere un impulso unico di cattiveria verso qualcuno che l’ha fatto soffrire, che lo abbandonato oppure verso qualcuno che ha fatto del male a una persona cui tiene. Semplicemente, nel suo essere amico di tutti e cordiale, potrebbe trovare qualcuno che odio senza una ragione, oppure qualcuno che per nessun motivo, oppure per uno validissimo, gli stia antipatico.
La vita è così.
Le persone reali, siano esse buone o cattive, hanno comunque delle caratteristiche contrarie. Un po’ come lo yin e lo yen: il bene nel male e il male nel bene. Rendo l’idea?
E ora che ho fatto questa premessa torniamo ai personaggi di Black Adam.
Black Adam eroe o anti eroe?
Sì, c’è un momento, e forse non è così breve, in cui te lo domandi. Il suo mondo lo dipinge come l’eroe, il campione che ha salvato la città dal re tiranno. La Justice Society, un manipolo di supereroi che arriva a Kahndaq, è convinta invece sia un cattivo che deve essere imprigionato.
All’inizio ti dici che sicuramente si sbagliano. In fondo se tutti pensano che sia un campione non può essere che si sbaglino.
Di se stesso, Teth Adam (è così che si chiama all’inizio, cambia in Black Adam solo alla fine del film) non ha una grande opinione. Il figlio si è sacrificato per salvarlo e lui, una volta ottenuto il potere, che ritiene più una maledizione che altro, l’ha usato per vendicarsi. Quando gli chiariscono che gli eroi non ammazzano le persone, con molta calma e pacatezza (come potrebbe farlo un Dwayne Johson, per intenderci) replica: «Io sì.» tanto per chiarire le cose.
Non si sente un eroe, non si sente un salvatore del mondo. Più ce altro crede di aver sbagliato, di aver perso, di non meritare che gli altri pensino bene di lui e lo considerino un campione.
Tutto si basa su qualcosa che lui SA e gli altri no: non era lui l’eroe, non era lui il vero campione. E su questa realtà si basa tutto l’equilibrio del film, ma anche della sua esistenza. Lui sa di essere un falso, di non meritare considerazione e ammirazione, ma noi che guardiamo il film non lo scopriamo subito.
Il regista, così come lo sceneggiatore, ci portano a scoprirlo un po’ alla volta. È come se si trattasse di una cipolla a cui togli uno strato alla volta. Le personalità sono coì: aa volte conosci soltanto lo strato superficiale di qualcuno. Non conosci le sue paure, le sue motivazioni, i suoi sogni.
Credere in se stessi
Indubbiamente Teth Adam non crede in se come un eroe. Difatti dice che Kahndaq, la sua città cinquemila anni prima, aveva bisogno di un eroe e invece ha avuto lui. Essere eroi non è così semplice, vorrei aggiungere. E non si tratta soltanto di avere il coraggio.
Adam ha un passato, oserei dire molto sofferto. È diventato l’uomo, o il metaumano che è, proprio a causa delle esperienze che ha vissuto.Così come accade a chiunque. Siamo il frutto delle nostre esperienze passate, dei fatti che ci sono accaduti, persino dell’infanzia che abbiamo vissuto. Siamo figli del nostro tempo, delle nostre idee.
Scopri Teth Adam mentre guardi il film, vedi le sue sfaccettature, capisci che ha un senso dell’onore anche se crede di no e gli stanno a cuore almeno alcune persone.
E poi, quando pensi di aver capito almeno in parte, ti racconta del perché è così, di cosa è accaduto, del motivo per cui è diventato lui Teth Adam nonostante non fosse stato scelto dai maghi. E capisci che la rabbia è scaturita dall’immensa sofferenza.
A volte sono le circostanze che plasmano il carattere di una persona. C’è chi reagisce a un dolore diventando più comprensivo e tollerante verso gli altri e chi, al contrario, sente crescere in lui rabbia e desiderio di vendetta.
Molti sono i supereroi che hanno dovuto imparare a credere in se stessi.
Adam mostra le sue sfaccettarure, il suo lato tenero, quello vendicativo, quello intransigente, il lato più umano, a seconda della situazione, creando un personaggio con cui simpatizzi, nonostante sembri un cattivo travestito da buono solo per ingannarci.
Nel film vediamo alcuni flashback, possiamo anche chiamarli ricordi, perché è questo che sono, che ci mostrano cos’è successo a Teth Adam e che ci spiegano come è arrivato ad essere imprigionato. Lui è in qualche modo ancorato al passato, non riesce a vivere nel presente. Almeno non fino a quando l’archeologa, altra protagonista del film, non gli dice: «Forse in passato non sei stato un eroe, questo però non vuol dire che tu non possa esserlo adesso.»
Chiunque può cambiare. Deve solo considerare che sia possibile. E deve solo volerlo.
Teth Adam vuole. Difatti si getta nella mischia, si batte per vincere, aiuta Adrianna e il figlio e quando si rende conto di fare del male, anche senza volerlo, accetta una specie di esilio, che però ha breve durata.
Relazione con i personaggi
Un altro personaggio che mi è piaciuto molto e che trovo perfetto contrapposto a Adam è il dottor Fate, interpretato da Pierce Brosnan (che adoro). Ho trovato geniale il parallelo fra loro: Teth ha fashback sul passato che lo angustiano, che gli ricordano chi è stato, cosa ha fatto; mentre Fate, ogni volta che tocca il suo elmo dorato ha visioni sul futuro che, allo stesso modo, lo angustiano.
Immaginiamo come possa essere vivere conoscendo sempre tutti i possibili futuri, sapere cosa accadrà e magari vedere anche la morte dei propri amici. Difatti è proprio Fate ad ammettere che è stancante e quando per la prima volta non vede niente nel futuro si sente sollevato e in pace.
Quindi il confronto/raffronto tra i due crea un piano nel quale un metaumano venuto dal passato e uno proiettato nel futuro si vedono nella stessa squadra per salvare il presente.
In conclusione
Ogni personaggio che conosciamo nel presente, nel leggere un romanzo, nel guardare un film, è arrivato a quel momento con un bagaglio emozionale e di esperienze che lo hanno plasmato, forgiato, fatto diventare la persona che è.
Non possono essergli accaduti soltanto fatti brutti, o belli. Per arricchire la storia si possono inserire flashback che ne spiegano i comportamenti, le emozioni, le decisioni. A volte un flashback è molto più funzionale e crea più azione che raccontare solamente a parole quanto è accaduto.
Inoltre permette di far conoscere meglio il protagonista e il suo vissuto creando empatia nel lettore/spettatore.
In Black Adm non ci sono però solamente flashback (sguardi all’indietro), bensì anche forward (sguardi in avanti).
Tu li usi nei tuoi romanzi? Cosa ne pensi? Credi siano efficaci?
ti aspetto nei commenti
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