Sarà capitato a chissà quante di noi scrittrici di vederci rifiutare un romanzo che ci sembrava bellissimo. E come ci siamo rimaste male! Ma a tutto c’è rimedio, e si dice sempre mal comune, mezzo gaudio, giusto? Ecco una lista di scrittori famosi che hanno visto rifiutare i loro romanzi, che in seguito sono diventati best sellers.
Veder rifiutate le proprie opere non è per niente bello, e soprattutto non ci fa sentire bene. La prima cosa che accade è che i rifiuti minano la nostra autostima e mettiamo in dubbio le nostre capacità. Ti posso solo dire che perlomeno dovresti avere accanto (fidanzato, amici, amiche, genitori, che ti sostengono e all’occorrenza di consolano).
Non sai quanto siano necessari fino a quando non ti trovi coinvolto in un rifiuto, oppure in una risposta che non arriva. La mia amica, autrice molto famosa nel suo genere, che pubblica con le maggiori case editrici italiane, dice sempre che l’editor è una persona con i suo gusti personali e sceglie in base a ciò che pensa sia gradito al pubblico.
Lo stesso fa l’editore. Per questo non posso fare a meno di provare un moto di simpatia verso li autori rifiutati e un moto di soddisfazione quando l’editore che “ha detto no”, come se fosse l’omino Del Monte, si mangia le mani per essersi lasciato sfuggire un capolavoro.
Scrittori famosi, il mio mito
Il mio mito è indubbiamente J.K. Rowling. Il suo Harry Potter è stato così tante volte rifiutato che fa ben sperare anche noi, massa di autrici più o meno conosciute. Ora è la “famosa mamma del maghetto più letto al mondo” prima era una signora nessuno, mamma di un babbano che non riusciva nemmeno a sbarcare il lunario.
Se non conosci la sua storia ti suggerisco di leggere la sua biografia, merita davvero, se non altro aiuta a non perdere la propria autostima. A lei consigliarono di fare un corso di scrittura… Se ce l’ha fatta lei potremmo farcela anche noi. (La trovi qui).
Altri scrittori famosi le cui opere erano state rifiutate
Iniziamo dal famosissimo e acclamato George Orwell conosciuto per il suo intramontabile “1984”. Ebbene il suo romanzo “La fabbrica degli animali” fu rifiutato quattro volte prima che fosse pubblicato. Di lui dissero che era “impubblicabile”.
Un altro scrittore a cui fu rifiutata la pubblicazione e a cui fu anche consigliato di cambiare il romanzo (purtroppo capita fin troppo spesso) Herman Melville.
Gli chiesero addirittura di cambiare la balena e sostituirla con un altro protagonista (che diavolo! sarebbe stata tutta un’altra storia!) Moby Dick vide le stampe un mese dopo.
Diresti mai che anche a Ernest Hemingway, uno degli scrittori famosi più conosciuti al mondo negarono la pubblicazione? La sua prima opera “Il sole sorgerà ancora” fu etichettata come noiosa e offensiva da Moberley Luger della casa Peacock & Peacock.
Quasi centoventi anni dopo essere stata pubblicata, “La guerra dei mondi” di H. G. Wells è ancora uno dei libri più letti. Eppure non era piaciuto all’editore.
A Kurt Vonnegut, Marcel Proust, Vladimir Nabokov con la sua “Lolita”, David Herbert Lawrence con “L’amante di lady Chatterly” ottennero rifiuti.
L’ultimo che ti cito è il RE dei RE, lo dice anche il suo cognome. Il primo romanzo di Stephen King fu bocciato perché “la fantascienza distopica non vende”. Lo pubblicò sotto pseudonimo.
Ora è uno degli scrittori più famosi al mondo.
Un italiano? Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Elio Vittorini, che lavorava per Einaudi rifiutò “Il Gattopardo” un romanzo che ancora oggi ha un gran successo.
Atri italiani bocciati: Primo Levi, Alberto Moravia (che pubblicò a sue spese il suo capolavoro “Gli indifferenti”.
Scrittrici famose e le opere rifiutate
Solo uomini? Ma no, tranquille. Anche moltissime donne e iniziamo da una delle autrici più lette di sempre, con un romanzo da cui hanno tratto film.
Parlo di Louisa May Alcott. Le dissero che doveva limitarsi a insegnare e il suo “Piccole donne” è un classico della letteratura letto e riletto anche dopo quasi 150 anni dalla pubblicazione.
Altra donna, altro rifiuto. Si tratta di Sylvia Plath, il romanzo era “La campana di vetro”. Lo rifiutarono quando lo presentò con uno pseudonimo e lo rifiutarono anche quando lo presentò con il suo nome, nonostante già scrivesse raccolte di poesie (già pubblicate).
Anche Anita Loos vide rifiutare il suo “Gli uomini preferiscono le bionde”.
E che dire de “Il diario di Anna Frank“? Fu rifiutato da quindici editori.
Nel mio piccolo, il mio primo racconto del mistero fu rifiutato da tanti, per poi approdare ad una rivista che l’ha accettato subito, e pagato benissimo e con cui ho collaborato per quasi dieci anni.
Conclusioni
Non facciamoci abbattere dai no, prendiamo su “le nostre cose” e andiamo diritti per la nostra strada. Se non altro ci avremo creduto. Se non altro non saremo scese a fin troppi compromessi.
Ricordiamoci sempre che aldilà di una valutazione c’è sempre una persona con i suoi gusti, le sue idee dell’editoria, il passato, le sue convinzioni.
Anche se si sostiene di no tutto questo ha un peso nella valutazione, così come ce l’hanno le tendenze, l’umore e tante altre cose.
Non sviliamo il nostro lavoro, non abbattiamoci, andiamo avanti fino a che avremo fiato per respirare.
Sei d’accordo con me?
Hai avuto qualche esperienza di questo genere? Sei una delle fortunate a cui è andata bene? Condividi con noi la tua esperienza.
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Non lo sapevo. diciamo che abbiamo la tendenza, quando un autore diventa famoso, a considerare solo che ha avuto successo e non alla fatica che può aver fatto prima di arrivarci a quel successo