Conoscete il vin brulè? Lo avete mai assaggiato? È buonissimo, una specialità perfetta per la notte della Vigilia di Natale.
Questa bevanda era utilizzata nei paesi montani per scaldarsi d’inverno, dopo giornate fredde e nevose. Veniva bevuta in compagnia tra una cantata e l’altra.
Il vin brulè, che letteralmente significa vino bruciato, è anche considerato un “rimedio della nonna” contro il raffreddore.
Difatti se la sera ti senti addosso i chiari sintomi che caratterizzano l’arrivo del raffreddore bevi un bel bicchiere di vin brulè non infiammato e la mattina ti sveglierai che è tutto passato! È infallibile!
La ricetta varia a seconda della zona in cui viene servito, ma gli ingredienti di base sono gli stessi: vino rosso corposo, una o due stecche di cannella, quattro o più chiodi di garofano (poi dipende dal gusto personale) e zucchero a piacere.
Si mette il vino in un pentolino e si porta a ebollizione. Si aggiungono la cannella e i chiodi di garofano e si lascia bollire per qualche minuto in modo che il vino si aromizzi. Poi si incendia per bruciarne l’alcool e si lascia riposare per un paio di minuti.
Servitelo caldissimo dopo averlo filtrato.
In genere viene offerto in bicchieri di vetro con il manico in metallo, caratteristici di certe zone montane. In molti luoghi a questa ricetta base, durante la bollitura del vino, viene aggiunto mezzo limone, oppure mezzo limone e mezza arancia. Anche qui va a seconda del gusto.
Provatelo!
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