È proprio così sia le critiche che la discriminazione capitano a chiunque, soprattutto agli artisti che espongono la loro anima, ossia le loro opere, al mondo esterno.
Scrivi un libro, piace alla maggior parte delle persone, poi arriva una lettrice e ti dà una stella. Le lettrici ti scrivono che si sono entusiasmate, che hanno pianto, si sono arrabbiate, si sono emozionate, poi arriva quella particolare ragazza e ti dice che il romanzo è piatto e non l’ha coinvolta.
Certo, c’è sempre spazio per migliorare, ma se la tua opera non è apprezzata da un piccolo numero di persone, cerca di capire se puoi tirarci fuori qualcosa e poi passa oltre. Significa che non vale la pena rimanerci male e sentirsi degli incapaci. Ci sono gli hater e ci saranno sempre.
Chi sono? Quelle persone che, coperte e protette dall’anonimato, sparano sentenze, commenti e critiche su chiunque. Lo fanno perché si sentono minacciati, vogliono ferire, disturbare, creare scompiglio. Sono persone invidiose, anche se non lo ammetterebbero mai.
Una volta scoperte e affrontate (ci sono vari modi per farlo) o smettono, o cambiano atteggiamento, o si eclissano per sempre. Ma parliamone.
Le critiche
Sostanzialmente ce ne sono di due tipi:
- quelle costruttive, da cui puoi cioè imparare qualcosa,
- quelle cavillose e a casaccio da cui, non solo non impari nulla.
Ovvio che non faccia piacere ricevere una critica, ma è necessario affrontarla SEMPRE. In che senso? Bisogna prenderne atto, accettare di averla ricevuta (non le parole o il significato, la critica in sè). Se ci pensiamo bene, quante volte ci capita di dire che un film non ci è piaciuto, un abito non incontra il nostro gusto, un paio di scarpe non sono di nostro gradimento?
La mia professoressa di italiano ripeteva sempre, in latino, che i gusti non possono essere messi in discussione. VERISSIMO, però sia chi riceve la critiche che chi la fa, dovrebbroe sempre ricordarselo: si tratta di gusti personali.
Difatti si dovrebbe dire “non mi è piaciuto” o “Non mi piace” non “è brutto” o “fa schifo”. Ricordiamoci sempre che esprimere un parere è nostro diritto, offendere lede invece la libertà e la dignità di un’altra persona. Una massima che gli hater non mettono mai in pratica, è quella che dice:
“Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.”
Si tratta dell’etica della reciprocità di cui ha parlato Confucio, e non solo lui, e che trovi in moltissime religioni.
Se prima di agire si pensasse:
“E se lo facessero a me?”
credo che molte persone verrebbero invase da una brezza leggere che porta saggezza e si comporterebbero in modo migliore. A nessuno piace essere maltrattato, preso in giro, schernito e via discorrendo. Giusto?
Critiche costruttive
Vanno analizzate con distacco e valutate. Puoi impararci qualcosa? Puoi migliorare anche se solo di una virgola? Allora ringrazia chi te l’ha fatta e fanne tesoro.
Un esempio stupidissimo? credo una ventina di anni fa mi hanno fatto notare che scrivevo la “è” del verbo essere con l’apostrofo (e’) e questo non solo era un gravissimo errore, ma pareva far scadere il contenuto del libro, la storia e tutto il resto.
Assurdo, perché si trattava solamente di un errore che un buon editor o correttore di bozze avrebbe potuto sistemare in un battibaleno. La persona che me l’ha detto (forse non dovrei affermarlo, ma era un vero sciocco, per non dire altro) basava il suo giudizio del mio romanzo su alcune di queste sciocchezze. Parliamo di 25/30 anni fa. Ero alle prime armi e ci rimasi malissimo.
Io cercavo un parere onesto sulla storia, non sugli errori di battitura, o grammaticali. Volevo sapere se la storia potesse piacere, rendo l’idea? Nonostante sia stato un vero cafone maleducato, ho accettato la critica e ne ho fatto tesoro.
Critiche cavillose e inutili
Quando invece una mia amica, maestra, mi ha detto “scusa se te lo dico, ma non sai come si mette la virgola (prima o dopo il ma) con la sua aria di sufficienza da maestra elementare, non ho accettato la critica. Anche perché nel dizionario di italiano è precisato molto bene dove si può mettere.
C’è sempre qualcuno che vuole dimostrare di saperne più di te. Ma se senti il bisogno di sottolinearlo, allora significa che non sei abbastanza sicuro di te stesso e devi dimostrare il tuo valore. Può sembrare strano, però è così.
Le critiche di questo genere non servono a chi le riceve e hanno un unico effetto: far sentire sbagliati. Al diavolo chi le fa. Si vede che ha un problema. Questo è ciò che dobbiamo pensare, ciò che dobbiamo dirci. Accettiamo il fatto che al mondo ci sono persone di questo genere e andiamo avanti.
Amo molto una dichiarazione fatta dalla cantante Emma Marrone, che ti riporto perché ritengo bellissima e anche più che mai giusta:
“non temo chi dice che le mie canzoni sono brutte, che non sono brava, che urlo, che gli stilisti non mi amano. Le polemiche, le critiche, fanno parte del gioco… Ho imparato a dar retta alle cose positive, alle cento persone che vivono della mia musica e non alle dieci a cui non piace.”
C’è tutto un mondo in queste frasi e una realtà che è comune a tantissimi artisti.
Discriminazione
Pensate che ci sia solamente in alcuni ambiti? Vi assicuro che non è così. Sei discriminato non solo per le tue inclinazioni sessuali, per il colore della pelle, anche per la religione, per il lavoro, per ciò in cui credi.
Alcune persone vengono discriminate per sciocchezze assurde che però segnano comunque la loro vita. Andiamo spesso a mettere l’attenzione su situazioni eclatanti e non guardiamo nel nostro piccolo, da dove si può iniziare a fare qualcosa.
Io ci penso spesso. Sarà che ho cresciuto due figli e ho visto come può essere. L’ho anche vissuta sulla mia pelle, da ragazzina, e anche in seguito.
Ad esempio mio figlio maggiore alle medie veniva preso in giro e discriminato perché non fumava e non beveva. Veniva anche bullizzato. Non è forse assurdo? Eppure parliamo di “sciocchezze“. Ognuno nel proprio piccolo può fare qualcosa per migliorare la propria vita e quella degli altri, iniziando col non discriminare chi è diverso.
Quindici anni fa ho incontrato un ragazzo che mi ha raccontato di essere stato preso in giro da piccolo per una certa sua situazione (non entro nei dettagli perché non sarebbe carino). Ho ascoltato il suo racconto e ho compreso il suo disagio. Poi però l’ho visto discriminare una persona per la sua religione. Lui non ha compreso.
Cioè? Vuoi essere accettato per quello che sei e poi non accetti gli altri? Se non vuoi essere discriminato non devi nemmeno farlo, giusto? Purtroppo la discriminazione si trova anche nelle piccole situazioni di ogni giorno. Sono queste situazioni, a parer mio, le peggiori.
Perché? Perché se vieni discriminata in quanto donna è palese. Te ne accorgi, te ne rendi conto. Se invece vieni discriminata per altro, e la situazione è meno chiara, non puoi nemmeno capire cosa stia succedendo. Ti senti addosso un disagio che non sai da dove arriva.
Una ragazza curvy, fuori dai canoni di magrezza che tanto vengono esaltati oggi, non è discriminata dai compagni, secondo voi? Una che porta gli occhiali che magari è anche più bassa della media e ha l’aria da secchiona non viene secondo voi discriminata?
E per assurdo, anche le persone che amano studiare sono discriminate, additate, come quelle che leggono libri. E nessuna di queste cose è poi così negativa. Studiare e leggere ci danno l’istruzione ed è dove c’è ignoranza che dilagano preconcetti, pregiudizi e discriminazione.
Se ci guardiamo attorno siamo abituati a far caso alle “grandi discriminazioni“. Siamo meno portati a far caso alle piccole situazioni quotidiane. Potrei farti esempi a vagonate. Persino sugli anziani. All’inizio della pandemia, non c’erano forse persone che parlavano come se non fosse un problema se a morire erano le persone anziane? Non sostenevano forse che in qualche modo danno fastidio?
Dico sempre che è meglio diventar vecchi che morire giovani. Tutti diventeremo vecchi, io me lo auguro. Significa che avrò vissuto a lungo e con soddisfazione. Diventare vecchi, essere vecchi, non è una colpa. È solo naturale, spesso però vedo giovani che trattano male gli anziani. Li prendono in giro, li deridono. Cosa c’è di buono in questo? Niente. È sempre discriminazione.
Il rispetto, l’educazione, dove sono? Perché ci si arroga il diritto di ledere la dignità delle persone? Non è giusto.
Ecco. Semplicemente volevo parlare di questi argomenti, anche in relazione alle mie passioni: scrivere e leggere. Perché ho sentito moltissime giovani ragazze lamentarsi della discriminazione in questo senso. Come se leggere ti precludesse una vita sociale, come se leggere ti facesse automaticamente diventare una “nerd”, o una persona asociale e antipatica. Stupidaggini.
Meglio una persona che legge che una che beve, o una che si droga, o che non fa niente per migliorarsi. Certo queste sono tutte mie considerazioni personali.
Le tue invece, come sono? Cosa pensi a riguardo? E come reagisci?