Ne hai sentito parlare, ma brancoli nel buio? Ecco cos’è la carta washi, come si usa, come si fa e perché si chiamano washi tape.
In questa guida parliamo del washi in generale, della sua storia, da dove viene, ma anche del motivo per cui i washi tape si chiamano così. Curiosa?
Cos’è la carta washi
Si può chiamare washi, o carta washi ed è, come si può ben capire un tipo di carta. L’etimologia della parola è giapponese (infatti la sentirai anche chiamare “carta giapponese”) ed è formata da “wa” che significa appunto giapponese e “shi” che significa carta.
Fu introdotta in Giappone da un monaco buddista nel 610 e si tratta di carta fatta a mano secondo un metodo tradizionale cinese.
Nel 2014 il washi è stato inserito nell’elenco dei Patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’Unesco.
Di cos’è fatta la carta washi
Di solito è composta da fibre vegetali come il gelso da carta oppure il bamboo, la canapa, il riso o frumento. Ognuna di queste piante da alla carta caratteristiche differenti.
Che caratteristiche ha il washi
La carta washi ha una buona resistenza e consistenza e può essere traslucida. Inoltre ha una consistenza leggera che la rende perfetta per la calligrafia dato che assorbe l’inchiostro in modo del tutto uniforme. È anche facile da piegare.
A cosa serve la carta washi
Fin dall’antichità questa carta veniva utilizzata nelle tradizionali arti giapponesi, ma non solo.
Per le sue proprietà, era impiegata all’interno delle abitazioni per filtrare la luce del sole e quindi attenuarne l’intensità.
Inoltre, la carta washi, costituisce le famose lanterne Chouchin che si utilizzano durante le cerimonie e i rituali.
Altri impieghi della carta washi:
- origami,
- pittura ad acquerello,
- cartoline e biglietti d’auguri,
- decorazioni,
- lampade
- washi tape.
Viene anche utilizzata nel restauro e, nei tempi antichi, per trascrivere i sacri testi buddisti.
Cosa significa washi tape
Lo so, se come me li ami alla follia e li usi, magari te lo sei chiesta anche tu. Perché si chiamano washi tape? Forse adesso che ti ho raccontato cos’è il washi lo puoi dedurre.
Ma partiamo dall’inizio.
Come abbiamo visto washi è un tipo di carta giapponese molto resistente e tape vuol dire nastro. Difatti il washi tape è un nastro adesivo utilizzato per decorazioni.
Con i washi tape si decorano le pareti di casa, gli oggetti, i quaderni, i biglietti d’auguri, persino i pacchetti regalo. Ne esistono un’infinità, tante di quelle fantasie da avere soltanto l’imbarazzo della scelta.
E, tengo a precisare, non sono di plastica o roba del genere, bensì di carta piuttosto resistente.
Cosa si fa con i washi tape
Decorazioni, come ho detto, in particolare lo scrapbooking. Negl ultimi anni il washi tape è diventato super famoso e utilizzato, una vera mania anche per chi ama solo collezzionarli.
Io, ad esempio, ne acquisto tantissimi, poi però quando arriva il momento di utilizzarli sono restia. Anche se, grazie alle loro caratteristiche, puoi posizionarli e poi staccarli a piacimento, preferisco collezionarli per i loro disegni.
I washi tape sono una vera e propria arte utilizzata nell’artigianato. Ci puoi persino decorare mobili.
Uno degli usi più comuni, oltre che nello scrapbooking, è nelle agende, nelle schede di lettura dei libri, nei bullet journal.
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Vuoi acquistare dei washi tape? Eccone alcuni.
Ce ne sono anche natalizi, per decorare a tema, oppure con le scritte, che assomigliano a lettere, per chi ama la scrittura e i libri.